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Il Meglio del Cinema

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giovedì 14 febbraio 2008

PSP Video IN

Un ingresso video per la vostra PSP, per poter collegare videocamere, lettori dvd, etc...
Trasformare la psp in uno schermo lcd ad alta definizione...
sembrerebbe sia possibile...
spero che al più presto sarà possibile utilizzare questo "accessorio" per la mitica PSP.

domenica 7 ottobre 2007

Addio Gabi grazie per tutto

Questa notte gabi (Luca) il chitarrista dei Modena city ramblers è morto in un incidente stradale, caxxo se è vero, sono sempre i meglio ad andaresene, come potrei dimenticarlo, sorridente che mi firmava l' autografo, e ad ogni concerto come suonava, o quando prima dei concerti si faceva quattro passi in mezzo a noi con il sigaro per fare quattro chiacchiere, non ci sono parole sufficenti per descrivere una bela persona come lui, ci mancherai Luca grazie per tutto davvero...buon viaggio.

L'immagine “http://forum.thesimpson.it/upload/navaros/gabi.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

(1963 - 2007)

Buon viaggio hermano querido
e buon cammino ovunque tu vada
forse un giorno potremo incontrarci
di nuovo lungo la strada...
Rosa rossa
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Ecco la notizia ansa:
Schianto mortale in autostrada
per il chitarrista dei Modena City Ramblers


REGGIO EMILIA (6 ottobre) - Il chitarrista dei Modena City Ramblers, Luca "Gabibbo" Giacometti, 44 anni, genovese di nascita ma residente da sempre a Correggio, nel reggiano, è morto la scorsa notte in un incidente stradale avvenuto sull'Autostrada del Sole, nei presi di Rubiera, non lontano da casa sua. Giacometti, secondo i rilievi della Polizia stradale di Modena nord, viaggiava da solo alla guida di una Renault Clio che, per cause in via di accertamento, è sbandata al km 152 della corsia sud dell'A1, finendo contro il guard-rail. Nell'impatto, il musicista è stato sbalzato dall'abitacolo, morendo sul colpo.

Giacometti, "Gabibbo" per gli amici, ha avuto con lo storico gruppo dei Modena City Ramblers un rapporto discontinuo: entrava ed usciva, alternandosi al lavoro con altri gruppi e altri solisti. Dal 2002 era stabile all'interno della band in cui suonava oltre alla chitarra altri strumenti a corde, come il bouzouki irlandese, il mandolino e il banjo, talvolta esprimendosi anche come cantante.
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Rosa rossa
L'immagine “http://forum.thesimpson.it/upload/navaros/Gaby.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

domenica 6 maggio 2007

Marco Travaglio ad AnnoZero II

Gent.mo dr. Paul Wolfowitz, mi rivolgo a lei per portarle la solidarietà mia e del mio paese per lo spiacevole incidente occorsole nel suo. Ho visto la conferenza stampa in cui lei, sudato e tremante, chiedeva scusa per aver procurato la promozione e l'aumento alla sua amante, la bella tunisina Shaha Riza, manager della Banca Mondiale da lei presieduta. I soliti moralisti protestanti han tirato fuori il codice etico e il conflitto d'interessi. Che paroloni! Lei, dr. Wolfowitz, non ha sbagliato a promuovere la sua donna:lei ha sbagliato paese. Da noi, per dire, i codici etici e i conflitti d'interessi sono caduti in prescrizione da un pezzo. Per parenti, amici e amanti, si fa di tutto, di più. Alla luce del sole, con un certo vanto. Diceva Longanesi: "Nel tricolore andrebbe scritto:tengo famiglia". Da noi è tutto ereditario, dalle cariche alle cattedre: abbiamo persino abolito la tassa di successione. Siamo un paese di mamme, babbi, figli e soprattutto nipoti. Ci scherzava già nel '400 il card. Enea Silvio Piccolomini, appena divenne papa Pio II: "Quand'ero solo Enea, nessun mi conoscea; ora che sono Pio, tutti mi chiaman zio".
Se visitasse la Rai, scoprirebbe decine di cognomi famosi, soprattutto politici: De Martino, Andreatta, Berlinguer, Donat-Cattin, Leone, Letta, Mancini, Mancino, Piga, Rauti, Ruffini, Scelba, Squillante, Bernabei, Buttiglione, Cariglia, Sottile, Zanda, Matteoli.Non sono omonimi:sono proprio parenti. Hanno assunto l'autista e l'assistente di Berlusconi, e persino il figlio della segretaria di Gelli. Ma a Mediaset è lo stesso.
Poi si faccia un giro in Parlamento. Lì il seggio è ereditario Ci sono i figli d'arte. Craxi, quello che voi chiamereste latitante e noi chiamiamo esule, ha lasciato in eredità addirittura due seggi: la figlia Stefania deputata di destra, il figlio Bobo sottosegretario a sinistra. Forlani, più modestamente, ha piazzato un solo figlio, Alessandro (Udc). Anche perché non ne ha altri. Cossiga ha portato il figlio Giuseppe (FI) e il nipote Piero Testoni (FI). Perchè i parlamentari non li eleggiamo più: li nominano i partiti, con le liste bloccate. E' molto più pratico. Al Senato è arrivato il fratello di Pecoraro Scanio, Marco, che s'era fatto valere come terzino dell'Avellino. Poi c'è l'esercito delle mogli, versione italiana delle quote rosa. Alla Camera ora siede la prima moglie di Paolo Berlusconi, Mariella Bocciardo (FI). Al Senato c'è la signora Bassolino, Annamaria Carloni. Madama Fassino, Anna Serafini, è deputata per la quinta volta. Il regolamento Ds vietava più di 2 mandati, ma ci hanno aggiunto una parolina: "consecutivi". Lei aveva saltato un turno, ed è rientrata. Pasquino li chiama "ricongiungimenti familiari in Parlamento".
Ma il più devoto ai sacri valori della famiglia è Clemente Mastella. La sua signora, Sandra Lonardo, l'ha sistemata alla presidenza del consiglio regionale Campania. Il cognato Pasquale Giuditta invece l'ha fatto eleggere alla Camera. Lui naturalmente è il ministro della Giustizia. Ma non è vero che si occupi solo dei parenti: l'altroieri ha promosso direttore generale del ministero Gianpiero Nuvoli, un ex forzista passato all'Udeur che aveva proposto di impiccare Borrelli sulla forca. L'uomo giusto per la Giustizia. E, visto che gli piace il patibolo, gli han dato la delega ai diritti umani.
Purtroppo in Parlamento i posti sono limitati: solo 945. E anche al governo: solo 103. Chi resta fuori, si arrangia come può. Per esempio sfruttando al massimo i posti di portaborse. Leggere "La Casta", il nuovo libro di Stella e Rizzo, per credere. La senatrice FI Elisabetta Casellati, dopo lunghe selezioni, s'è portata alla Camera la figlia Ludovica. Bossi, nemico giurato del clientelismo di Roma ladrona, sistema il fratello Franco e il figlio Riccardo al Parlamento europeo, come assistenti degli on. Salvini e Speroni. I curriculum sono di tutto rispetto: Riccardo è studente fuori corso, Franco ha un negozio di autoricambi a Fagnano Olona. Altri due leghisti si sono scambiati le mogli a Montecitorio:l'on.Ballaman assume come assistente la moglie dell'on. Balocchi, che ricambia ingaggiando la signora Ballaman.
Poi ci sono le cadreghe di sottogoverno: la moglie di Follini, arch. Elisabetta Spitz, è nominata dai governi di destra e sinistra direttore dell'agenzia Demanio. Chissà la fatica per conservare l'incarico, con quel marito famoso, specie dopo che è passato da destra a sinistra.
Poi gli enti locali: altra fabbrica di poltrone mica male. A conduzione famigliare. In Calabria prima la maggioranza di destra, poi quella di sinistra hanno assunto per chiamata diretta oltre 200 parenti, amici e amici degli amici nelle strutture speciali regionali. L'assessore al Lavoro Egidio Masella (Prc) aveva promesso più occupazione: infatti, appena arrivato in assessorato, ha assunto la moglie Lucia. Il governatore Loiero l'ha cacciato, ma poi ha confermato in giunta Pasquale Tripodi (Udeur), 3 cugine assunte al concorsone regionale: chissà che brave, per superare quella parentela penalizzante. Lui dove sta? Al Personale, e dove se no? Alla fine la Regione ha dovuto approvare una legge che vieta di nominare parenti nelle strutture regionali: i politici si son legati le mani, perchè se le lasciano libere non rispondono delle proprie azioni. Giorni fa Cristiano Di Pietro, consigliere provinciale di Campobasso, è stato ricevuto per una riunione sull'energia eolica dal ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro, che è pure suo padre. E' uscito molto soddisfatto. Poi dicono che nelle famiglie non c'è dialogo.
E occhio alle Asl: la moglie Fini, Daniela, è socia in un paio di cliniche finanziate dalla giunta Storace. Il quale aveva pure nominato direttore generale di un'Asl Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini. Che però, dopo le polemiche, s'è ritirato.
Nel calcio, fino all'anno scorso, regnava una cupoletta chiamata Gea World, inventata da Luciano Moggi riunendo tanti figli e figlie di papà: il suo e quelli del banchiere Geronzi, del citì Lippi, dell'on. De Mita, dei bancarottieri Tanzi e Cragnotti. Da quelle parti si faceva le ossa un giovane procuratore in erba, Pellegrino Mastella. Che non è omonimo del ministro: è proprio suo figlio.
Montanelli, contro il nepotismo, proponeva una soluzione drastica: sterilizzare i vip. Naturalmente non gli diedero retta. Perciò, dr. Wolfowitz, se le andasse male alla Banca Mondiale, si trasferisca in Italia. Avesse fatto le stesse cose qui, a quest'ora sarebbe capo del governo. Minimo, la inviterebbero al congresso Ds e a comprarsi Telecom. Da noi la famiglia viene prima di tutto. Anzi, se si spiccia con l'aereo, arriva giusto in tempo per il Family Day.

Marco Travaglio

giovedì 3 maggio 2007

Marco Travaglio ad AnnoZero

Chi scrive è il mullah Omar.
Ho 44 anni, 4 mogli, vari figli, sono di Kandahar, dunque non sono arabo: sono afghano. Nella mia vita ho fatto un po’ di tutto: il combattente, il politico, la guida spirituale, di nuovo il combattente. Ho conosciuto i più grandi eserciti del mondo: a 20 anni combattevo l’Armata rossa (ci ho rimesso letteralmente un occhio della testa), ora combatto gli Stati Uniti, gli inglesi e i loro alleati della Nato. Solo che, quando combattevo i sovietici, a voi occidentali piacevo tanto: le armi ce le passavate voi. Ora, comprensibilmente, non vi piaccio più. Eppure sono rimasto lo stesso. Conosco Bin Laden dai tempi dell’invasione sovietica, quando anche lui vi piaceva parecchio. Ma non abbiamo niente in comune: lui è un arabo, un califfo saudita pieno di petrodollari. Ci aiutò contro l’Armata rossa e dopo ci diede un sacco di soldi per costruire strade,ponti, scuole e ospedali. Per questo era molto amato dagli afghani e quando entrai in Kabul, nel 1996, lo lasciai lì. Ma nel ‘98 fu accusato di aver ordito gli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e in Tanzania, e la sua presenza in Afghanistan divenne un problema. Anche perchè Clinton cominciò a bombardare nel mucchio, nella zona di Khost, pensando che lui fosse lì: invece morirono centinaia di civili. Tra il mio governo e Clinton ci fu una trattativa: ma sì, risulta dai documenti del Dipartimento di Stato, anche gli americani trattavano con i talebani. Avevano il mio numero. Mandai il mio braccio destro Wakij Ahmed a Washington, a incontrare due volte Clinton: il 28 novembre e il 18 dicembre ‘98. Clinton voleva che ammazzassimo Bin Laden, o almeno lo espellessimo. Espellerlo non potevamo: era troppo popolare.Offrimmo di fornire le coordinate del suo nascondiglio, così che gli Usa potessero centrarlo a colpo sicuro. Purchè la smettessero di bombardarci. Clinton, inspiegabilmente, rifiutò.
Poi i nostri rapporti peggiorarono ancora, ma non certo per il burka alle donne o per le tv distrutte o per le statue del Buddha polverizzate:fu perché rifiutai di affidare la costruzione del mega gasdotto dal Turkmenistan al Pakistan all’americana Unocal. Gli americani se la legarono al dito, anche perché nell’Unical erano impicciati Dick Cheney, Condoleezza Rice e l’attuale presidente afghano Hamid Karzai. Ora fingete di scandalizzarvi tanto per l’oppio: ma nel ’98 e nel ’99 proposi più volte all’America e all’Onu di bloccare la coltivazione del papavero in cambio del nostro riconoscimento. Risposero picche. Nel 2000 bloccai unilateralmente la coltivazione del papavero, tra le proteste di centinaia di migliaia di contadini: ma il Corano vieta di produrre e consumare droga, e per me il Corano è una cosa seria. Risultato: il prezzo dell’oppio salì alle stelle. Un danno terribile per le grandi mafie del narcotraffico mondiale. Sarà un caso, ma meno di un anno dopo ci avete attaccati. Ora, nell’Afghanistan “liberato” e “democratico”, si produce più oppio di prima: produciamo l’87% dell’oppio mondiale.
Dopo l’11 settembre gli americani ci han chiesto di nuovo di consegnare Bin Laden. Abbiamo chiesto le prove del suo coinvolgimento. Non ce le han date. Noi non abbiamo dato Bin Laden. E ci hanno attaccati. Anche se non c’era un solo afghano nei commandos delle Torri gemelle, né un solo afghano è stato mai trovato nelle cellule di Al Qaeda: c’erano sauditi, egiziani, giordani, tunisini, algerini, marocchini, yemeniti. Non afghani nè iracheni. Eppure avete invaso proprio l’Iraq e l’Afghanistan. Avete mai pensato di bombardare la Sicilia per cinque anni per stanare Provenzano? Eppure quello era latitante da 43 anni, Bin Laden solo da un paio.
Noi non siamo un popolo di terroristi. Le prime autobombe sono esplose nel 2006, dopo 5 anni di occupazione. Un po’ perché questi 5 anni hanno sconvolto e imbarbarito le nostre tradizioni. Un po’ perché molti terroristi vengono da fuori. Un po’ perché coi russi, almeno, riuscivamo a fare la guerra: le loro truppe erano sul campo. Con gli americani è impossibile: li vediamo sfrecciare sui loro B52 a 10 mila metri d’altezza. Un anno fa un Predator americano, senza pilota né equipaggio, ha bombardato il piccolo villaggio pachistano di Domadola, al confine con l’Afghanistan, pensando che io e Al Zawahiri fossimo lì. Ha ucciso 18 civili, tra cui 8 donne e 5 bambini. Nessun americano, per il semplice motivo che gli americani non c’erano: il Predator era telecomandato da una base del Nevada, dove il pilota dirigeva le operazioni via satellite. E’ la “guerra asimmetrica”, che è a costo zero, almeno per voi. Non per il nostro popolo.
Badate,non voglio certo fare il santerellino. Io sono un guerriero feroce e fanatico. Ma leale. Finchè ho avuto il controllo della situazione, non abbiamo avuto sequestri di persona: una volta che una giornalista inglese penetrò nel nostro paese travestita da uomo, fu trattata bene e,accertato che non era una spia, rilasciata senza contropartite tre giorni dopo. Che mi dite invece dei vostri agenti che, nella libera Milano, han sequestrato un imam per mandarlo in Egitto e farlo torturare?
Dite che teniamo le nostre donne troppo coperte. Può darsi. Ma voi esagerate nell’altro senso: possibile che da voi una donna, per andare in tv, debba mettersi in costume da bagno, magari col crocifisso tra le tette? Non avete un posto più decente per mettere il figlio del vostro Dio?
E’ vero, non riconosco lo Stato laico e la separazione tra religione e politica. Ma proprio voi venite a dare lezioni? Mi risulta che anche da voi molti politici prendano ordini da capi religiosi, tra l’altro residenti in uno Stato straniero.
Ora vi devo salutare. Ma consentitemi di ringraziarvi per il servigio che, involontariamente, avete reso a me e ai taliban: nel 2001, quando ci avete cacciati da Kabul, stavamo sulle palle a gran parte degli afghani.Ora che gli afghani vi hanno conosciuti e han visto all’opera il cosiddetto presidente democratico Karzai, siamo diventati popolarissimi. Tant’è che io continuo a girare in bicicletta e in sidecar. Sulla mia testa c’è una taglia da 50 milioni di dollari, ma nessuno ha mai pensato di tradito per intascarla. Vi lascio con un pensiero di un vostro santo, che dovreste conoscere bene, Agostino da Ippona. E’ tratto dal De Civitate Dei: “Una volta fu portato al cospetto di Alessandro Magno un famoso pirata fatto prigioniero. Alessandro gli chiese: ‘Perchè infesti i mari con tanta audacia e libertà?’. Il pirata rispose: ‘Per lo stesso motivo per cui tu infesti la terra; ma poiché io lo faccio con un piccolo naviglio, sono chiamato pirata; poichè tu lo fai con una grande flotta sei chiamato imperatore’”. Meditate, infedeli, meditate.
Cordiali saluti,
il Mullah Omar

mercoledì 28 marzo 2007

I Simpson e la Filosofia

È possibile che Bart Simpson rappresenti l’incarnazione dell’ideale nichilista di Friedrich Nietzsche? Che il comportamento di Marge sia la realizzazione della classificazione aristotelica della virtù? Che la mentalità di Springfield sia frutto di un approccio decostruzionista al reale? Cosa possiamo imparare sulla natura della felicità dal cupo Mr. Burns? Secondo gli autori, per capire l’epopea dei Simpson è più utile rivolgersi a Kant, Marx o Barthes che non ai sociologi o ai critici televisivi. Diciotto possibili percorsi interpretativi che offrono letture originali dei personaggi, dei linguaggi e della scorrettezza politica della serie. Uno studio che applica le armi della dialettica alla cultura pop, fondendo il rigore espositivo della filosofia all’ironia di un insolito oggetto d’indagine.
In realtà i Simpson non sono altro che un pretesto per parlare di Filosofia, come è ben spiegato nell’introduzione del libro; la filosofia con la F maiuscola: si spazia infatti da Aristotele a Nietzsche a Barthes. Unico vincolo: per leggerlo bisogna essere fan dei Simpson, visto che è pieno di riferimenti alle puntate e a citazioni dei personaggi.
I cinque Simpson, in tv dal 1987, hanno affrontato i temi più scottanti e imbarazzanti dell’attualità: dalla politica alla religione, dal sistema mediatico alla dipendenza da birra e donuts. Un quadro completo della postmodernità che non trascura neanche l’aspetto delle relazioni personali. Una caustica parodia sociale non troppo lontana dalla realtà, anche se i parossismi di Homer condiscono il tutto di un umorismo spensierato e ridanciano.
E’ soltanto un cartone animato, ma sono serviti venti filosofi –insegnanti nelle scuole e college americani più rinomati- e tre curatori esperti del campo per dare vita alla raccolta. Nessuna forzatura nello scovare teorie filosofiche che ricalchino i modelli del cartoon, ma un’applicazione pratica tramite l’analisi di alcuni episodi chiave.
Quanto è destabilizzante per la società un personaggio alla Homer Simpson, e perché Maggie non dice mai una parola? Se comprendessimo il valore del silenzio fra Oriente e Occidente potremmo ipotizzare una risposta. O Marge, non è forse il modello di casalinga perfetta e frustrata, precursore della Annette Bening di American Beauty? Si fa strada anche la teoria per una possibile avversione al mondo intellettuale con Lisa, mentre l’esempio di Bart ricalca Nietzsche e la virtù della cattiveria.
La satira sta alla base del cartoon e delle sue sceneggiature, rendendoci divertente una sitcom che ha il potere di smascherare i punti deboli della nostra società. Nessuna intenzione di abbassare il livello della filosofia, anzi.
articolo tratto da www.levysoft.it

sabato 24 marzo 2007

SERRE: Uno Schiaffo alla Natura

Eccoci anche su BLOGGER...

Come primo post vi metto un video-documentario che ho girato e montato sulla futura discarica di SERRE in provincia di Salerno. Questa discarica dovrà essere costruita proprio alle spalle dell'Oasi naturale protetta di PERSANO del WWF.
Si ringrazia per la realizzazione del video Anna D'ascenzio nel ruolo di intervistatrice.
Buona Visione...

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